IAA Domande Frequenti



1. Che cos’è la “Pet Therapy”?



È una intervento terapeutico/riabilitativo che mira ad integrare percorsi clinici per la cura di diverse patologie psico-fisiche? È un intervento educativo attraverso cui favorire l’incontro ‘essere umano-animale’ ed apprendere l’uno dall’altro a relazionarsi con rispetto e curiosità e mirato ad un reciproco benessere ed interscambio affettivo? È un’attività ludica, dinamica che coinvolge l’essere umano e l’animale attraverso il gioco, lo sport, la socializzazione?
In realtà la Pet Therapy è tutte queste cose…
La “Pet Therapy” affonda le sue radici intorno agli anni ’60 quando il neuropsichiatra infantile americano Boris Levinson dopo aver portato il proprio cane in seduta con i suoi pazienti notò che la presenza dell’animale favoriva l’alleanza terapeutica del bambino con il terapeuta e una maggiore apertura grazie alla presenza di un “terzo non giudicante”.
Tante cose sono successe da allora e l’Italia è il primo paese al mondo ad aver normato in senso giuridico la Pet Therapy, chi può operare professionalmente e quali tipologie di intervento la caratterizzano.
Infatti le Linee Guida Nazionali del 2015 del Ministero della Salute attraverso l’Accordo Stato Regioni riconoscono gli Interventi Assistiti dagli Animali (meglio conosciuti come “Pet therapy”) sia come Terapia, Educazione ed Attività Assistita dagli Animali. In particolare la Terapia Assistita dall’Animale è a tutti gli effetti un intervento a valenza terapeutica e riabilitativa finalizzato alla cura di disturbi fisici-psichici, sensoriali personalizzato sul Paziente e che richiede apposita prescrizione medica! In particolare, tutti gli interventi di Terapia ed Educazione Assistita dall’Animale vengono concordati con i Referenti della Struttura sia essa socio-sanitaria-assistenziale (per es. RSA, Comunità terapeutica, RSD etc.) che psico-pedagogica (scuola dell’infanzia, nido etc) con cui si definiscono obiettivi, tipo di intervento, strumenti e protocolli e naturalmente quali e quanti animali coinvolgere nell’intervento.





2. Chi può fare gli Interventi Assistiti dagli Animali?


Diciamo subito che gli IAA coinvolgono solo le seguenti specie animali: cane, gatto, coniglio, asino e cavallo!
Gli IAA possono essere erogati esclusivamente da Professionisti che abbiano completato un corso di formazione in IAA presso un Ente di Formazione accreditato di circa duecento ore. Il Corso è professionalizzante e porta ad ottenere una Idoneità Professionale valida in tutta Italia indipendentemente dalla Regione in cui si è frequentato il corso e ottenuta l’idoneità professionale.
Il Ministero della Salute prevede che gli IAA vengano svolti da una equipe multidisciplinare. Da chi è composta? Per gli interventi di Terapia e Educazione Assistita dagli Animali c’è sempre un Responsabile di Progetto (Medico Specialista o Psicologo-Psicoterapeuta/ Pedagogista) e un Referente di Intervento.
Chi conduce l’animale dal Paziente, oppure a Scuola? Il coadiutore dell’Animale! Il Coadiutore si specializza in Coadiutore del Cane o del Cavallo o dell’Asino o del Gatto e Coniglio attraverso naturalmente un corso di formazione riconosciuto dal Ministero della Salute in IAA e poi abbiamo sempre il Medico Veterinario Esperto in IAA.
Ma tutti questi Professionisti devono avere fatto un Corso di Formazione in IAA riconosciuto dal Ministero della Salute?
Assolutamente sì! Questo è molto importante perchè consente di operare sempre in team con competenza, professionalità e condivisione per il benessere dell’Utente e dell’Animale.





3. Gli Interventi Assistiti dagli Animali a Scuola


Dall’asilo nido… all’Università! Gli IAA rappresento un “veicolo” straordinario per promuovere una corretta relazione “bambino-animale”, educare alla diversità di specie, attraverso la scoperta di nuove strategie comunicative. Tale confronto consente la conoscenza della diversità ma anche delle similitudini tra bambino e animale (nel nostro caso il cane), il suo corredo comportamentale, le sue caratteristiche e bisogni stimolando attività di gruppo atte a potenziare la collaborazione tra i pari, l’alternanza e il rispetto dei turni e a trovare sempre nuove strategie per relazionarsi insieme.
A noi piace coinvolgere nei nostri progetti soprattutto con i bambini della scuola dell’infanzia il nostro Veterinario Esperto in Comportamento Animale che attraverso un primo incontro con i bambini denominato “cosi simili, cosi diversi” fa conoscere ai bambini le differenze e le similitudini con il cane a partire dall’auscultazione del proprio cuore e poi di quello del cane attraverso il fonendoscopio. È veramente un’esperienza molto emozionante e coinvolgente!





4. Gli IAA e gli Anziani


La “Pet Therapy” oggi vanta una vasta letteratura internazionale sull’efficacia degli IAA in ambito geriatrico. Quando si opera in RSA in particolare bisogna essere consapevoli che entriamo in una realtà molto complessa e troveremo storie di fragilità, spesso patologie plurime ma soprattutto opereremo con Utenti che vivono il “distacco” dalla propria casa e dai propri affetti in modo assolutamente unico e individuale.
Il rispetto e la cura verso l’Anziano e i suoi familiari, e tutto lo staff socio-sanitario assistenziale della Struttura ospitante sono elementi fondanti del nostro lavoro attraverso la Pet Therapy. I risultati in termini sia di efficacia clinica che di socializzazione sono estremamente significativi sia sui Disturbi da Deterioramento Cognitivo ma soprattutto nei Disturbi Dell’Umore. In uno studio scientifico da noi pubblicato in Australia si è evidenziata una riduzione della Depressione del 33% ma soprattutto la presenza del Cane evoca riminescenze, narrative della storia individuale dell’Anziano e spesso sorprendentemente consente di riaprire un canale di comunicazione che sembrava dormiente. E i Cani? Loro sono straordinari. La scelta del Cane in geriatria richiede un’alta preparazione del Cane ma anche di una capacità di intercettare lo stato d’animo dell’Utente e dell’ambiente circostante.
A volte i nostri Cani vengono definiti dai professionisti della Struttura RSA dei “veri e propri Riabilitatori”; dalla psicomotricità alle terapie di stimolazione cognitiva nel Nucleo Alzheimer riescono a stimolare risorse che a volte sfuggono all’intervento umano.






5. Gli IAA in Carcere


Suoni, rumori, cancelli che sbattono, inferriate, odori insoliti, personale in divisa, spazi spesso stretti….
Questo è il carcere agli occhi di un cane. Il Cane che opera in carcere deve possedere eccellenti doti adattative, tempra alta, temperamento medio e grande equilibrio mentale. Deve possedere un’altissima prosocialità e curiosità ad esplorare luoghi insoliti. Il nostro lavoro nella sezione penale di una Casa Circondariale Lombarda ci sta mostrando quanto i Cani rappresentino un potente veicolo emozionale e stimolino la cooperazione tra i Detenuti che partecipano al nostro progetto. Gli ambiti più interessanti su cui sperimentare l’efficacia degli IAA in ambito penitenziario sono lo ‘studio dell’empatia’ negli autori di reato e percorsi di educazione assistita con gli animali in cui i detenuti apprendono nuove nozioni cinofile e di educazione e cura del cane che possono rappresentare l’inizio per un futuro percorso professionalizzante in cinofilia.






6. Il Medico Veterinario


Gli Interventi Assistiti con gli Animali sono un lavoro di equipe.
Diverse e specifiche le figure professionali coinvolte al fine di garantire all’Utente una attività di qualità con obiettivi chiari e definiti in cui mai venga meno il ruolo fondamentale dell’animale come co-terapeuta nel pieno rispetto del suo benessere!
La Pet Therapy NON è uno “spettacolino” in cui il cane arriva, tutti lo accarezzano, e il Coadiutore fa vedere quanto è bravo a fare “seduto”, “terra”, e “riportare la pallina!”
All’interno dell’equipe è sempre presente il Medico Veterinario che, al pari delle altre figure professionali coinvolte, deve aver seguito uno specifico iter formativo per acquisire il titolo di Medico Veterinario esperto in IAA.
Gli animali coinvolti devono avere specifiche caratteristiche, stabilite dalla normativa, e devono essere in possesso di una idoneità sanitaria e comportamentale (rinnovata annualmente) rilasciata da un Medico Veterinario esperto in IAA.
Il Medico Veterinario è una figura garante della sicurezza dell’Utente e può avvalersi del supporto del Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale. Inoltre all’interno dell’Equipe il Medico Veterinario esperto in IAA seleziona l’animale (specie e soggetto) più adatto al progetto in collaborazione con il Responsabile di Progetto e pianifica le attività che l’animale andrà a svolgere per garantirne il benessere sia durante che prima e dopo le attività.
Inoltre raccoglie tutte le osservazioni e i dati segnalati dalle altre figure professionali e che emergono dalle schede di monitoraggio per documentare ogni aspetto relativo alla componente animale in un cammino di conoscenza volto a migliorare qualità ed efficacia di ogni intervento.






7. Caratteristiche comportamentali del Therapy Dog


Non tutti i cani possono fare il Therapy Dog! Anzi, ad essere sinceri la selezione comportamentale è ancora più severa di quella sanitaria. Il cane deve infatti interagire con l’Utente per il piacere di farlo e non perchè vi è costretto. Negli IAA il cane NON viene addestrato per sopperire a disabilità della persona come avviene ad esempio nei cani per non vedenti. Il Therapy Dog non è uno strumento ma un co-terapeuta che esercita il suo ruolo attraverso la relazione che instaura con l’Utente.
La normativa fornisce una prima serie di indicazioni. Non possono essere utilizzati come Therapy Dog: i cuccioli, le femmine in gravidanza e lattazione, le femmine in estro, i cani che abbiano alle spalle una storia di abbandono o maltrattamento. Sono elencati poi una serie di requisiti comportamentali che il Medico Veterinario dovrà valutare e giudicare: 1. Socievolezza, intesa come disposizione ad interagire sia con le persone che con gli altri animali in un clima di docilità, spontaneità ed allegria. 2. Tolleranza, intesa come capacità di affrontare senza timore rumori e suoni insoliti e manipolazioni a volte anche un po’ maldestre. 3. Adattabilità, intesa come capacità di adattarsi facilmente a nuove situazioni ed ambienti. 4. Affidabilità, intesa come capacità di restare calmo e propositivo anche di fronte a stimoli improvvisi o sconosciuti. 5. Prevedibilità, intesa come capacità del cane di promuovere comportamenti analoghi e prevedibili in situazioni simili fra loro.
Come si ottiene tutto questo?
Con un paziente lavoro che inizia già in allevamento con la selezione dei soggetti più adatti e prosegue con percorsi di educazione ed addestramento che iniziano fin da cuccioli. Ma allora i Therapy Dog devono essere cani di razza? No. Anche i meticci sono ammessi a questo ruolo. La grande differenza sta nel fatto che, nei meticci, le doti necessarie per diventare un buon Therapy Dog, sono frutto di incroci e percorsi fortunati in cui si combinano in modo favorevole le caratteristiche ereditate dai genitori e le esperienze in fase di crescita; nel cane di razza invece siamo di fronte a percorsi mirati di selezione, educazione ed addestramento tesi ad avere soggetti sempre migliori.






8. Aspetti sanitari del Therapy Dog


I soggetti utilizzati in IAA devono essere in buono stato di salute fisica e mentale e il medico veterinario dell’equipe è la figura di riferimento. Oltre all’idoneità di cui abbiamo già parlato, lo stato di salute del cane viene verificato prima dell’avvio di ogni progetto e viene opportunamente monitorato sia durante le sedute che nei periodi di inattività. Una ulteriore valutazione viene effettuata alla fine di ogni progetto. L’utilizzo di animali in salute è infatti un requisito indispensabile per garantire all’utente un intervento di qualità ed efficace, in quanto il cane deve interagire con l’utente per il piacere di farlo in un clima sereno e di piena disponibilità ad instaurare una relazione.
Vi è però anche un altro aspetto fondamentale di cui si occupa il medico veterinario dell’equipe: la sicurezza dell’utente nei confronti di patologie che possono essere trasmesse dal cane all’uomo (zoonosi). È importante ricordare che gli IAA sono spesso rivolti a categorie il cui sistema immunitario può essere più fragile. Come viene garantito tutto questo? Attraverso la formazione di tutte le figure professionali coinvolte, il dialogo e la collaborazione all’interno dell’equipe, il lavoro del medico veterinario. L’iter formativo di tutte le figure professionali prevede un percorso di formazione specifico sulla valutazione dello stato di benessere del cane e sulle zoonosi. Nel corso dell’elaborazione di ogni progetto vengono analizzate le fragilità degli utenti e compito del medico veterinario è stabilire le misure di prevenzione atte a garantire la sicurezza durante gli interventi e provvedere ad istruire opportunamente il coadiutore del cane e il responsabile di intervento sul monitoraggio da effettuare. Per finire, come abbiamo già visto, il medico veterinario già nella stesura del progetto verifica idoneità e stato di salute dell’animale, la corretta esecuzione delle vaccinazioni e prescrive gli esami diagnostici (ad es. esami coprologici, colture del pelo, ecc.) ed i trattamenti necessari (ad esempio, toelettature, trattamenti antiparassitari, ecc.).



E il COVID-19? Anche in questo caso la sicurezza è preciso impegno nei confronti dell’utente. Il centro di Referenza Nazionale per gli IAA ha infatti emanato precise direttive che contemplano la preparazione dell’animale, i controlli cui devono sottostare gli operatori e le modalità con cui devono essere condotti gli IAA.